Come già rilevato, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono destinate ad avere un ruolo di primissimo piano nello scenario (sempre più urgente) della transizione energetica. Numerosi sono i soggetti privati e pubblici che hanno intenzione di cimentarsi nella costituzione di una CER e necessitano di un supporto per vagliare, anche da un punto di vista giuridico, le diverse opzioni offerte dal nostro ordinamento.

La Corte dei Conti ha recentemente espresso un parere che, pur avendo ad oggetto una singola ipotesi (CER Montevarchi), offre in realtà una sorta di vademecum per tutti i comuni che vogliono costituire una CER (e indirettamente per tutte le imprese e, in generale, i privati che vogliano realizzare CER con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali).

Nella prima parte di questo contributo vengono analizzati i punti principali del predetto parere che definiscono la strada che, nel rispetto della normativa CER ma anche del T.U.S.P. (Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica), può seguire un comune che vuole promuovere o aderire alle comunità energetiche. Nella seconda parte il ragionamento si allarga prendendo schematicamente in esame le principali forme giuridiche per valutarne il livello di compatibilità con il modello CER concepito dal legislatore europeo (e recepito dal legislatore italiano).

Si dimostrerà come, soprattutto in questa fase che potremmo definire sperimentale in cui tante imprese ripongono numerose e ambiziose aspettative sugli sviluppi di questo settore, sia di fondamentale importanza un’analisi completa delle caratteristiche (tecniche, economiche, sociali e giuridiche) della singola CER che si vuole realizzare per fare una scelta che risulti “cucita su misura” e, conseguentemente, stabile e duratura.
A CURA DI ALFONSO BONAFEDE

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