Ieri PM 2 marzo 2018, il Ministro Calenda ha firmato la lettera di richiesta al Ministero dell’Ambiente per il concerto preliminare sullo schema di Decreto correttivo del meccanismo dei Certificati bianchi [1].

Il provvedimento fa seguito a precedenti azioni di verifica sulla regolarità dell’andamento del mercato dei Certificati bianchi, promosse dal Mise, in relazione all’aumento dei prezzi. L’obiettivo è quello di favorire una maggiore offerta di Certificati bianchi sulle piattaforme di scambio, introducendo in particolare una revisione della metodologia di valutazione dei progetti alla luce degli indirizzi contenuti nella proposta di revisione della direttiva sull’efficienza energetica e l’arricchimento delle tipologie di progetti ammissibili. Sono anche previsti strumenti volti a favorire: 1) un riequilibrio del mercato, anche con un ruolo di compensazione attribuito al Gse, e interventi di completamento dell’attuale regolamentazione, tra cui in particolare 2) l’individuazione del valore massimo per il contributo tariffario. Sono previste, inoltre, disposizioni per favorire 3) una maggiore semplificazione e trasparenza del meccanismo.

Nel mese di febbraio del 2016 il valore dei Certificati bianchi era pari a 106,56 €/tep. Nel mese di febbraio del 2017 si attestava a 267,00 €/tep. Ultima asta del 13 febbraio 2018 € 478,79/tep. Oltre il quadruplo in due anni.

Ci si chiede quali le ragioni dell’aumento vertiginoso ? Esiste una posizione comune tra gli attori del mercato ?

Gli operatori sostengono che i rialzi siano dovuti al fatto che ci sono troppo pochi titoli.Il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) sostiene che di mezzo vi è la speculazione da parte degli operatori.L’Autorità per l’Energia, dopo aver condotto un’indagine, è arrivata alla conclusione che le cause siano l’incertezza normativa, lo scarso coordinamento tra domanda e offerta nonchè l’aspettativa di una futura restrizione dell’offerta.



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