Certificazione energetica in edilizia, Italia condannata dalla UE

L'Italia non ha recepito correttamente la direttiva Ue sul rendimento energetico nell'edilizia, in particolare per quanto riguarda il rilascio della certificazione energetica che deve essere messa a disposizione in fase di costruzione, compravendita o locazione degli immobili. E' quanto ha stabilito la sentenzadel 13-06-2013 n. C-345/12 emessa dalla Corte di giustizia Ue.

La direttiva approvata dall'Ue nel 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia ha stabilito che l'attestato di certificazione energetica - che consente ai consumatori di valutare e raffrontare questa particolare caratteristica degli immobili - deve essere messo a disposizione del proprietario, del futuro acquirente o del locatario.

Secondo la Corte Ue, che ha cosi' dato ragione ai rilievi mossi a suo tempo dalla Commissione con l'avvio di una procedura d'infrazione, l'Italia non ha recepimento la direttiva in maniera completa introducendo una deroga all'obbligo di consegnare l'attestato relativo al rendimento energetico in caso di locazione di un immobile ancora privo dello stesso al momento della firma del contratto. Inoltre, anche il sistema di autodichiarazione da parte del proprietario per gli edifici aventi un rendimento energetico assai basso è in contrasto con la direttiva Ue.

La sentenza della Corte prende poi atto che alla scadenza del termine impartito nel parere motivato complementare emesso dalla Commissione nell'ambito della procedura d'infrazione, l'Italia non aveva ancora adottato i provvedimenti necessari per mettersi in regola con le disposizioni europee. Questo nonostante la trasmissione da Roma a Bruxelles, avvenuta un paio di settimane fa, di un progetto di decreto (il DL 63/2013) avente proprio questa finalità.

In allegato è scaricabile la sentenza C-345/12