Articolo Ferrari 12 Gennaio 2022

L’efficienza energetica prima di tutto! Queste parole sono scritte in tutti i documenti dell’Unione Europea ed in particolare anche nel PNRR! E allora perche? ci si accapiglia su temi sicuramente altrettanto fondamentali quali Tassonomia, nucleare, e rinnovabili con scadenze ed obbiettivi il piu? delle volte irraggiungibili o scarsamente raggiungibili e ci si dimentica il primo obbiettivo Europeo?

Cosa spinge tutti i dibattiti di altissimo livello che si incrociano quotidianamente sui media, sui vari siti, nelle dichiarazioni di politici piu? o meno qualificati? Si affrontano i temi del nucleare, del gas piu? o meno verde, dell’idrogeno blu, verde, grigio bicolore, imputando ora all’una ora all’altra soluzione di aver fatto lievitare il costo delle bollette che grava su ogni famiglia o ancor piu? sul sistema produttivo!

Certo, ogni macro-soluzione puo? avere vantaggi parziali di riduzione del costo delle bollette: e? evidente a chiunque che se il gas riduce il suo costo, non potra? che ridurre anche il costo dei chilowattora della signora Maria!

Questo pero? significa che poiche? non abbiamo gas in Italia, se non in minima parte, la soluzione non passa attraverso un semplice accordo tra la signora Maria ed il signor Putin o i vari detentori del prezioso bene, ma attraverso accordi che passano sopra la testa della totalita? degli utilizzatori, siano essi privati cittadini o imprese. Stesso discorso vale per l’utilizzo dell’elettricita? nucleare, di terza e quarta generazione, per non parlare della fusione e dell’idrogeno, di cui tanto si parla, ma che sono ben lontani da una effettiva realizzazione commerciale.

Tutte le soluzioni di cui quotidianamente si discute hanno una visione temporale di medio o, peggio, lungo termine lasciando la povera signora Maria sempre piu? rassegnata al suo destino! Sorge pertanto una prima riflessione: poiche? il costo dell’energia e? dato da una banale moltiplicazione tra il prezzo unitario dell’energia e il numero di KWh consumati, visto che il costo cresce come fare a ridurre il consumo? Non sara? ora di decidersi a percorrere la strada che ci indica la Comunita? Europea con il suo “Energy Efficiency first”? Che l’energia piu? sostenibile (economicamente e ambientalmente) sia l’energia non consumata e? di lapalissiana evidenza e che questo venga ignorato nei piani di intervento governativi lascia davvero esterrefatti.

Certo, qualora il gas naturale continuasse ad aumentare a ritmi elevatissimi (per ragioni spesso politiche e strategiche) ridurre il costo della bolletta richiedera? anche investimenti in nuove fonti di energia, ma in tal caso il fattore tempo diventerebbe essenziale: investire in fonti che saranno pronte, se va bene, tra 50 anni e? certamente utile alla ricerca scientifica e tecnologica, ma non apporta alcun vantaggio a breve per l’utente medio. Invece di promettere miracoli, meglio favorire la fonte solare termica e fotovoltaica, capace di fornire un apporto significativo.

A questo riguardo, non va trascurato il fatto che lo sviluppo delle Comunita? Energetiche (gruppi di autoproduzione e autoconsumo di energie rinnovabili; ) in Italia e in Europa possa promuovere importanti contributi (decreto-legge 162/19, articolo 42bise relativi provvedimenti attuativi, quali la delibera 318/2020/R/eel dell'ARERA e il DM 16 settembre 2020 del MiSE), ben oltre le speranze di inesistenti energie nucleari di quarta generazione o da fusione.

Vi e? infine un'altra osservazione da portare avanti: gli interventi volti alla riduzione dei consumi sono autoliquidanti nel senso che non necessitano di investimenti per essere realizzati, in quanto i risparmi economici generati dalla riduzione dei consumi copriranno nel tempo il costo degli investimenti fatti per realizzarli, in funzione del livello di efficienza raggiunto e dei costi dell’energia. Inoltre, i risultati di tali interventi di efficientamento avrebbero valore duraturo, strutturale nel tempo, riducendo i consumi a prescindere da quale fonte venga usata.
A questo punto, e? quasi inevitabile un’altra riflessione: perche? non si fa niente o molto poco, e quel poco e? contestato da piu? parti (vedi Superbonus)? Sorge il sospetto che vi siano forti interessi a non ridurre i costi dell’energia, da qualsiasi fonte essi provengano. Il dubbio diventa certezza quando si controllano gli investimenti in efficienza energetica e quelli dedicati alla produzione di energia.

Oltretutto, gli interventi di efficienza energetica sono parcellizzati sul territorio e, come piu? volte chiarito da Federesco, darebbero lavoro al 95% delle piccolissime o piccole imprese mentre tutto cio? che riguarda la produzione in impianti di potenza e? esclusivo appannaggio dei grandi gruppi, che si divideranno equamente la grande mangiatoia del PNRR, escludendo le piccole imprese locali, al massimo relegate al ruolo di subappaltatori di subappaltatori.

Il miglioramento dell’efficienza energetica e? un tema non focalizzato nel PNRR, ma distribuito e pervasivo in molte Missioni, il che da una parte ne sottolinea l’importanza e il ruolo primario; tuttavia, dall’altra c’e? il rischio di una frammentazione di progetti legati ad una proliferazione di bandi prodotti dagli enti locali che non si avvantaggiano di una standardizzazione e di una economia di scala. Le associazioni come la nostra si candidano accanto alle istituzioni tecniche pubbliche (come l’ENEA!?!) per facilitare questo coordinamento a livello territoriale, almeno regionale. Il rinnovamento degli edifici segue le stesse linee guida se all’interno di un progetto di rigenerazione urbane, o di riqualificazione scolastica o ancora di distretti portuali o industriali.

Per quanto attiene al settore industriale, accogliamo con favore le indicazioni del nuovo cosiddetto “decreto apivori”, che ha subordinato l’ottenimento del beneficio economico alla redazione della diagnosi energetica e della realizzazione di almeno un intervento di riqualificazione energetica. Interessando anche le PMI, questo nuovo decreto fa tesoro della buona esperienza svolta nel caso dell’obbligo degli energivori, che ci ha reso “best practice” in Europa, ampliando la platea delle aziende che troveranno vantaggi economici dall’intervenire sui loro processi produttivi per ridurre i consumi energetici.

Non dimentichiamo che, proprio per la sua natura, gli interventi nel settore dell’efficienza devono essere realizzati da professionisti altamente qualificati e che prevedono competenze che solo il sistema delle ESCo puo? mettere in campo a supporto del settore industriale cosi? come del settore residenziale. Si tratta di avviare una cultura dell’attenzione ai consumi che puo? decollare da domani: se invece di investire miliardi e miliardi di contributi per il caro bollette (ancora una volta, chi guadagna da queste politiche?) questi soldi si fossero investiti nel corso degli anni per avere un sistema produttivo a livelli dei paesi piu? avanzati energeticamente, il peso degli aumenti sul mercato internazionale sarebbe stato assorbito molto facilmente e in piu? avremmo realizzato un sistema paese piu? efficiente. L’utilizzo dei fondi del PNRR potrebbe essere una occasione unica ed irrepetibile per favorire efficienza energetica, fonti rinnovabili, comunita? energetiche. Vinceranno, ancora una volta, le lobby petrolifere e nucleari, ora auto-ridefinite “verdi”?

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