Rimodulazione "indotta" degli incentivi agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, e grandi cambiamenti per l'istituto del ritiro dedicato. Sono queste le novità principali della nuova bozza del decreto "Fare Bis", ripresa ieri dalle agenzie di stampa, rispetto alla prima versione uscita il 2 settembre, che stanno già scatenando polemiche.
La norma più contestata è quella sulla prevista a rimodulazione volontaria degli incentivi per gli
impianti a rinnovabili. In sostanza il titolare dell'impianto potrà
scegliere se aderire al nuovo regime (che prevede la riduzione degli
incentivi ridotti di una quota la cui definizione è rimandata ad un
successivo decreto, ma con la proroga degli stessi per altri 7 anni) o
mantenere il regime attuale, salvo non aver più diritto per i 10 anni
successivi a nessun altro tipo di incentivo, incluso ritiro dedicato e
scambio sul posto, a carico dei prezzi o delle tariffe dell’energia
elettrica. Dalla norma il Governo mette nero su bianco, senza tuttavia
fornire precisazioni, risparmi previsti per circa 700 milioni di euro
l'anno in caso di adesione di tutti gli impianti al nuovo regime.
Cambiamenti sono poi previsti anche sull'istituto del ritiro dedicato: per gli impianti a
rinnovabili incentivati - si stabilisceall'art. 1, comma 8 - la tariffa cui verrà pagata
l'energia ritirata sarà pari al prezzo zonale orario.
Quasi invariata la norma sull'emissione di bond da parte del GSE per ridurre la componente A3 delle bollette elettriche (ipotizzato per 4 anni, dal 2014
al 2017) anche se il periodo di rimborso degli stessi viene allungato
fino a 30 anni.
Una
disposizione consente alla Regione autonoma Sardegna di bandire una
gara per la realizzazione di una centrale a carbone "pulito", da realizzare nell’area del Sulcis Iglesiente.
La nuova bozza del decreto "Fare Bis" è disponibile per il download al link sottostante.